2° CAMPAGNA DELLA BRIGATA LEGGERA
G.M.P.A.T. PER LA CONQUISTA DI
MONTE SAN SAVINO
11-12-13 novembre 2016 – Dal diario di bordo del comando della testa di ponte decriptato e de-secretato.
Venerdì 11 novembre inizia l’impresa della Brigata Leggera del G.M.P.A.T. costituita da Gianluca Giora ed il sottoscritto per partecipare alla 11° Edizione del Monte San Savino Show, organizzato dalla Ga.St.Art. di Arezzo.
Siamo carichi, ma consci dell’immane sfida che ci attende; l’edizione precedente aveva visto oltre 1700 pezzi esposti, tutti di grande qualità e, viste le premesse, anche quest’anno la sfida si presenta titanica.
Partenza ore 10,30 da Padova, dopo aver controllato i mezzi e caricato armi ed equipaggiamento (tra cui 2 bottiglie di prosecco e 1 di Porto, indispensabili per intrattenere buoni rapporti con i locali!). Viaggio di avvicinamento non senza difficoltà , causa pioggia, nebbia, pioggia con nebbia, lavori in corso, immancabile incidente tra Roncobilaccio e Barberino di Mugello, ancora pioggia e poi acquazzone, giusto per non farsi mancare niente (chissà perché mi sono inventato di prendere la Panoramica ….)..
Sosta tecnica a Valdarno, poi via di nuovo e finalmente arrivo in albergo a Badia al Pino (AR), a circa 10 km da M.S.Savino (pur avendo chiamato a meta’ marzo, non siamo riusciti a prenotare in paese, essendo tutti gli alberghi del posto gia’ occupati !). Rapido sopralluogo alla camera, sobria ma decorosa e poi partenza per un giro di perlustrazione dell’obiettivo (e consegna modelli).
Dopo 10 km di avvicinamento lento in piena, meravigliosa campagna toscana, ecco spuntare da dietro l’ultimo dosso IL MONTE !
Dentro la “fortezza”
Emozione, frenesia, eccitazione cominciano a farsi sentire. Parcheggiato alla bell’e meglio, ci fiondiamo al “Cassero” , la sede espositiva del concorso, ubicata in un palazzo medievale del XII secolo, lugubre e maestoso; ad accogliere modellisti e pellegrini, in cima alle scale, un ciclopico fregio della Ga.St.Art..
Nella piazza antistante il Cassero una moltitudine di modellisti, se non da tutto il mondo, perlomeno da tutto l’emisfero Nord: spagnoli, greci, tedeschi, il gigante russo Yellow One, il francese Geremie, alto e dinoccolato, gli immancabili scalzisti islandesi a piedi nudi, e poi inglesi, irlandesi, olandesi e tanti altri; per non parlare dei formidabili avversari provenienti da Milano, Genova, Trieste, Firenze, Roma e chi più ne ha, più ne metta. Dopo gli immancabili saluti ed abbracci di benvenuto, iscrizione dei modelli e preparazione dei display.
E qui cominciano i dolori: a guardarsi intorno c’e’ già un trionfo di figurini, molti di alta qualità e deve ancora arrivare il grosso della truppa, per non parlare dei BIG, che aspettano sempre l’ultimo minuto, da brave prime donne e protagonisti indiscussi del torneo quali sono.
La sera cena di gruppo alla trattoria Pepe e Sale; siamo oltre 40 e fatichiamo a starci nella sala di ristorazione; tra bruschette, gnocchi con ragù di Chianina e pollo ai peperoni (fuori contesto ma ottimo) innaffiati da ottimo Chianti, chiacchiere e sfottò, trascorre la serata.
Ore 23,00: tutti di ritorno in piazza per l’imperdibile “battesimo dei novizi”: come tradizione vuole, Fabio Mattina e Francesco Farabi hanno preparato una botticella con vino aromatizzato secondo un’antica (dicono loro) ricetta medievale; il battezzando deve inginocchiarsi davanti alla botticella, attorniato dai veterani, e trangugiare la sua dose di sacro nettare, bevendo dal Graal, un calice tornito in legno d’ulivo, non senza aver prima gridato “I am a believer!!” (io sono un credente!). Dopo qualche giro di coppe il grido e’ diventato “I am a beaver!” (io sono un castoro!) per poi degenerare in un intraducibile “I am a beer liver !?!). Ore 01,00: ritiro in albergo.
I “mostri sacri”
Ore 08,00: sveglia (forzata, da quei cani del piano di sopra), abluzioni e prima colazione.
Ore 9,30: ritorno al Monte
Cominciano ad arrivare pezzi di tutto rilievo e si intravede anche qualche BIG; dietro la fila delle iscrizioni vedo nientepopodimenoche’ il mitico Danilo Cartacci, mio pittore preferito e indiscusso Vate; non perdo l’occasione di stringergli la mano e scambiare due chiacchiere (da allora la mano non l’ho più lavata).
Passo nell’altra stanza e vedo Riccardo Ruberti che sta’ disponendo il suo display che ha dell’incredibile: una mezza dozzina di pellerossa a cavallo in 54 mm autocostruiti. Magnifici, imponenti! Tre metri più in la’ sta’ preparando il suo display un altro mostro sacro dei figurini storici: Raffaele Nalin, che ho conosciuto l’anno scorso e che mi onora del suo saluto (minchia !!).
Mi giro e vedo Giangiora con un’espressione beota sul volto, che scorre lo sguardo annichilito su tutto questo ben di Dio e continua a dire: “cosa siamo venuti a fare qui ?”. Posso capire il momento di sconforto, lo sto’ provando anch’io, che so’ di avere la stessa espressione smarrita di Gianluca.
Ma dura poco: siamo o non siamo modellisti veterani del GMPAT ? sara’ dura ma possiamo farcela; tutte le guerre finiscono, prima o poi, l’importante e’ battersi e rimanere vivi.
Trascorriamo la giornata a sbatterci da una stanza espositiva all’altra, da un tavolo di figurini storici a un display di figure fantasy, cercando di assimilare e memorizzare tecniche, sfumature, ombre e luci, posture, ambientazioni …
Ore 20,00: chiusura mostra e immancabile cena del modellista al ristorante “Il Cassero” con un menu’ straordinario di piatti tipici e storici toscani (tra tutti una menzione di merito ai ceci con aringa e al brasato al Chianti); finita la cena di nuovo ritrovo in piazza per finire in bellezza; Gianluca si fionda su Stefano Cannone, uno dei migliori scultori di figurini che io conosca, per spremerlo come un’arancia: vuole sapere tutto – dico tutto – sulle tecniche di modellazione dei cavalli (?) in cui Cannone e’ un maestro.
Il giorno delle premiazioni
Il giorno dopo nuovo giro nelle sale espositive, al mercatino e a bighellonare in piazza, fino alle 15,30; a dirla tutta in mostra si fa fatica a starci ed e’ quasi impossibile vedere un modello, un vero carnaio; per fortuna ci sono corsi di tutorial in continuazione, tenuti dai migliori figurinisti mondiali. Finalmente arriva l’ora delle premiazioni, che si svolgeranno nel teatro comunale. Quando riesco ad entrare non c’e’ posto neanche per uno spillo.
Lo speaker comincia con i convenevoli di rito; l’eccitazione sale, l’adrenalina aumenta: finalmente cominciano a snocciolare le categorie e i nomi dei vincitori; da lontano sento:
“Premio speciale Romeo Model: Lorenzo Menegazzo”.
C..BIP..o, sono proprio io! ; butto borsello e giaccone e mi avvicino al palco; passando incrocio gli occhi di Raffaele Nalin, che mi presenta il cinque da battere; c..ri-BIP…o, proprio a me, a momenti svengo.
Per farla breve, tra applausi, grida, battute e risate, e anche un momento di commozione per l’estremo saluto ad un amico mancato da poco, si consuma il rito esaltante ed atroce delle premiazioni dove, devo dire, nel nostro piccolo abbiamo spaccato:
GIANLUCA GIORA
Premio Speciale 27 ROSSO
Argento categoria Fantasy Open
Bronzo categoria Storico Open
LORENZO MENEGAZZO
Premio Speciale Romeo Model
Argento categoria Standard Painting
Bronzo categoria Mezzi Militari da scatola
YYYY HHAAAAA !!! Cazzarola, che botto!
Caldo, stanchezza, male al ginocchio: sparito tutto. Sono le 18,00: fuori dal teatro e in piazza il solito clima del dopo premiazioni: sorrisi a 36 denti e musi lunghi, elogi palesi e sommesse critiche al vetriolo. Andiamo senza fretta a recuperare i ns. amati modelli, salutando chi riusciamo, dandoci appuntamento per il prossimo anno. Poi di nuovo in macchina, con nelle orecchie ancora l’eco della proclamazione dei vincitori, negli occhi la luce delle foto di gruppo.
E’ finita: la Brigata leggera ce l’ha fatta; abbiamo conquistato il Monte o, almeno, una piccola parte e ne siamo fieri; ci abbiamo provato e ci siamo riusciti. Le tre ore successive volano tra commenti, propositi e nuovi progetti, con molti dubbi e una sola certezza: l’anno prossimo, costi quel che costi, SI TORNA ALLA CONQUISTA DEL MONTE.
Alcune foto di soggetti esposti al Monte San Savino Show 2016