BMW R 1100 R – Protar scala: 1/9
Il montaggio, non semplice, della BMW R 1100 R della Protar è descritto qui dal nostro Presidente, decisamente portato per accettare e risolvere le sfide più difficili in campo modellistico.
La BMW R 1100 R in scala 1/9 si può dire sia uno dei peggiori kit della PROTAR definiti “easy”; l’ho preso in mano tanto per passare il tempo durante le serate al club ma già aprendo la scatola e a guardarlo mi sono detto: “noo! Questi ammortizzatori bisogna rifarli, sono obbrobriosi!”. Erano in plastica, e ho iniziato rifacendoli totalmente, sia quelli anteriori che quelli posteriori. Ho fatto le molle con filo di alluminio e i martinetti al tornio, anche questi in alluminio. Naturalmente ho dovuto tagliare quelli da scatola e, in quelli posteriori rifare anche l’attacco dell’ammortizzatore.
Il montaggio del motore è stato veramente semplice, due pezzi per il carter e con i cilindri a parte. Nel complesso di scarico ho rifatto il terminale con un tondino di metallo, quello della scatola era orribile e grosso, fuori scala.
Il telaio, totalmente diverso da tutti quelli delle altre moto, era molto strano, non si sapeva da che parte prenderlo per poterlo incollare senza usare le viti e avere un montaggio corretto del motore; ho dovuto tagliare i bracci dell’ammortizzatore anteriore e rifare, in metallo, le boccole che lo tengono.
Una volta verniciato motore e telaio li ho uniti e…. orrore!, il telaio piegava a sinistra mentre il motore con il cardano andavano a DX. Qua, ho detto, butto via tutto! Non sapevo più cosa fare, poi è prevalso l’amore per le moto “nude” e ho studiato come risolvere il problema: utilizzando un phon della Proxxon, piccolo e con diversi beccucci, ho puntato il centro del telaio e piano piano ho forzato il tutto per centrare le due parti spingendo con le dita. Dopo vari tentativi (avevo paura che si squagliasse tutto) quando il tutto mi è parso sufficientemente centrato ho mollato tutto e una volta raffreddato il risultato mi andava bene…. si poteva procedere.
Sull’impianto del freno posteriore ho rifatto il serbatoio dell’olio con un tondino di plastica trasparente e ho messo i tubi idraulici che vanno al pistone del pedale e alla pinza posteriore. Il pedale del freno l’ho scavato e ho dovuto rifare anche quello del cambio perchè… era sbagliato.
La parte però che mi attraeva di più era il complesso anteriore: forcella, ruota con i dischi freno, manubrio e cruscotto. Ho cominciato dalla forcella tagliando la parte ammortizzata e l’ho rifatta con due tondini di acciaio, portati a diametro giusto al tornio. Inoltre ho dovuto tagliare e modificare la piastra sotto il manubrio che lo collega con gli ammortizzatori e, non senza qualche imprecazione, rifare il perno che tiene ancorato tutto il complesso della forcella alla ruota anteriore. Sui dischi anteriori ho tagliato tutti i supporti e li ho rifatti con rondelle di quelle usate sugli occhiali; naturalmente i fori dei dischi sono stati tutti ripassati. L’attacco della ruota alla forcella è stato rifatto con un tondino di alluminio.
Sui supporti delle pinze anteriori ho tagliato le orribili bugne che simulavano le viti e ho messo, come nella realtà, delle teste a incasso a brugola.
Vedendo le foto mancava completamente l’impianto idraulico dei freni anteriori e l’ho rifatto con plasticard, supporti con tubo metallico sagomato e bulloncini da occhiali. Sul gruppo strumenti ho creato gli attacchi dei cavi (perchè non c’erano) e la manopolina laterale sinistra per azzerare il contachilometri. Le luci sul cruscotto erano orribili, praticamente delle semplici bugne. Le ho tagliate via, rifatto i fori mettendoci dei tondini da 1 mm di diametro riempiti poi con il Kristal Klear e verniciati. Le viti dell’attacco del faro anteriore erano anch’esse due bugne: le ho tagliate e sostituite con due teste di viti a brugola a incasso. Per le frecce non c’è stato nessun problema e mi sono limitato a verniciarle.
Il manubrio era bellissimo per quanto riguarda la forma, ma anche qui c’è stato parecchio da fare. I terminali delle manopole, bilancieri, li ho tagliati e rifatti al tornio in alluminio. Gli interruttori li ho delicatamente tagliati, lavorati un po’ per essere più in scala e per alleggerirli, per poterli riutilizzare e poi verniciati. Sul serbatoio dell’olio dei freni anteriori ho rifatto l’attacco idraulico del tubo freni. L’anello dove c’è l’inserimento della chiave di accensione l’ho tagliato e rifatto al tornio in alluminio. Ho fatto i rinvii dell’acceleratore, che non c’erano, e ho fatto l’attacco del cavo della frizione alla leva, sempre in alluminio al tornio. Ho dovuto mettere tutti i cavi elettrici dei blocchetti elettrici delle luci e comandi vari.
Sul fianchetto laterale sinistro mancava il blocchetto per l’apertura del sellone e l’ho creato, anch’esso al tornio, in alluminio.
Al momento di mettere il cavalletto centrale mi sono accorto che le due ruote toccavano il piano mentre il cavalletto no: i due piedini erano troppo corti. Ho dovuto smontarlo e allungare i piedini, poi l’ho rimontato e ho fatto la molla di ritenzione. Una delle parti più interessanti è stato rendere funzionante, rifacendolo, l’ammortizzatore di sterzo che sta sul lato destro della forcella, che quasi non si vede. Ho rifatto il corpo del martinetto, lo stelo con un tondino di acciaio e ho rifatto gli attacchi sul braccio oscillante della forcella e sul centro del parafango anteriore, una chicca.
Una volta montato il tutto è arrivato il momento di lavorare sui due radiatori ai lati del serbatoio: ho messo i due bulloncini a vista che non c’erano ma non mi convinceva l’andamento dei tubi idraulici come indicati nelle istruzioni. Ho cercato riferimenti fotografici ma è una zona dove non si vede niente e allora, cercando in internet “radiatori anteriori BMW R 1100 R” ho potuto finalmente vedere come erano fatti gli attacchi dei tubi: li ho rifatti, devo dire con soddisfazione (il bello è inventarsi come fare).
Montato il serbatoio e il sellone mancava la targa, che ho fatta personalizzata, e le due frecce, solo verniciate.
Per il colore ho usato un blu Repsol che avevo e passato lucido bicomponente; tutte le parti cromate le ho immerse in Chante Clair e verniciate con varie tonalità di Alclad.
Naturalmente ho rifatto, in scala, tutti i vari cavi.
Conoscendo il modello di partenza mi ritengo molto soddisfatto!
Gianni Besenzon (vedi gli altri articoli di Gianni)