Kawasaki AR 50

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Kawasaki AR 50 - Gianni Besenzon
Kawasaki AR 50 - Gianni Besenzon

KAWASAKI AR 50
Aoshima – 1:12

Kawasaki AR 50 - Gianni Besenzon

 

Questa è una moto che non è mai arrivata in Italia e nemmeno se ne è mai visto il kit. L’ho trovato casualmente in uno stand commerciale, alcuni anni fa, alla fiera di Verona; appena l’ho visto non ho potuto non acquistarlo subito.

Il kit della Aoshima, nota marca giapponese specializzata particolarmente in auto e moto, nonostante gli anni è un buon kit. Mentre guardavo le istruzioni mi frullavano per la testa alcune piccole modifiche per personalizzare il modello perchè così da strada è troppo anonimo.

Infatti, quando inizio un kit, osservando le istruzioni penso già alle modifiche e/o migliorie da fare in linea di massima, poi, procedendo con la costruzione, entro più nel dettaglio. Per questo modello sono partito dall’idea di dare un po’ di “movimento” al pezzo giocando sulla verniciatura dei vari componenti.

Guardando il foglio istruzioni, tutte rigorosamente in giapponese, è emerso chiaramente che la prima cosa da fare assolutamente sarebbe stata la costruzione del mono-ammortizzatore posteriore (quello del kit era praticamente da buttare).

TELAIO E MOTORE

Ho proseguito poi con la costruzione del telaio, veramente ben fatto, che è stato verniciato in nero lucido; altrettanto carino il piccolo motore da 50 cc. L’ho verniciato in nero opaco equando è stata la volta del carburatore ho pensato di riprodurre al tornio una bella trombetta di aspirazione in alluminio; questo da all’insieme tutto un altro aspetto.

Preparato il motore l’ho montato sul telaio; il forcellone posteriore l’ho verniciato in verde Kawasaki, tanto per differenziarlo da quest’ultimo, anche se le istruzioni me lo suggerivano nero.

PARTE POSTERIORE

I cerchi delle ruote li ho verniciati sempre in verde dopo aver riprodotto le valvoline di gonfiaggio.
A seguire ho montato la ruota posteriore, catena, carter catena, piatto del freno posteriore e parafango con le relative frecce, luce posteriore e porta-targa.
Passando all’avantreno ho scartato il manubrio alto e ho optato per un bel manubrio basso, sportivo.

MANUBRIO

Ho tagliato le manopole e le leve, forandole poi del diametro del manubrio nuovo. Ho poi fatto i collari/supporti del manubrio che vanno attaccati ai gambi delle forcelle e ho attaccato i semi-manubri.

PARTE ANTERIORE

La pinza freno è stata verniciata in ottone, i gambi in nero opaco e gli steli color cromo.
Nel tentativo di forare la parte esterna (sottilissima) del disco freno l’ho rovinato e giocoforza me lo sono dovuto fare ex-novo al tornio con un tondo di plexiglass, riproducendo anche i fori col divisore.

Riprodotta al tornio, sempre in alluminio, anche la presa dinamica del contachilometri sulla destra del mozzo ruota anteriore.

Ho quindi montato il disco alla ruota inserendola poi sulle forcelle, il parafango e ho assemblato il tutto alle sue piastre. Montato poi il manubrio a cui ho fatto il rinvio dell’acceleratore e, sul sinistro, il registro di tensione del cavo frizione, sempre in alluminio ottenendo una bella riproduzione dell’insieme. Per concludere questa parte ho poi montato il faro con gli indicatori di direzione e la strumentazione.

SOVRASTRUTTURE

È quindi giunto il momento delle sovrastrutture: serbatoio, sella, codone.

Il tappo del serbatoio l’ho rifatto al tornio e dopo avere verniciato quest’ultimo in verde ho deciso di fare una fascia centrale in nero opaco, per dare un po’ di grinta all’insieme. Il rubinetto della benzina mancava e l’ho riprodotto, poi ho montato il serbatoio sul telaio.
La sella ha richiesto un po’ di lavorazione nella parte esterna, picchiettandola con un pennellino rigido e diluente nitro per differenziarla dalla parte interna liscia e poi l’ho montata assiema al codone.

MARMITTA

Prima di passare alla marmitta ho rifatto con tondino di acciaio il leveraggio del freno posteriore forando i relativi leveraggi e montando il tutto.

Lavorando quindi sulla marmitta, rigorosamente in nero opaco per dare movimento, ho ricoperto la curva del collettore con una fascia proteggi calore inserendo le due fascette; il terminale marmitta l’ho tagliato e rifatto in alluminio al tornio con i fori all’estremità.
Per il supporto della marmitta al telaio ho optato per un bel colore ottone.

A questo punto ho montato la leva di avviamento, le pedane e la leva del cambio.
Ultimo lavoro il cavalletto laterale che ho assottigliato e riprodotta la molla con i suoi supporti.
Non ho montato di proposito i fianchetti laterali, così da mettere in mostra la trombetta del carburatore e la sospensione posteriore.

Ultima nota: tutte le teste dei bulloni sono state tagliate e rifatte con il Punch & Die, di varie misure, verniciate a parte e montate così come rifatti sono tutti i cavi.

Gianni Besenzon
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